Il succedersi delle glaciazioni e dei disgeli contribuì, inizialmente, a formare una vegetazione simile a quella europea continentale; in seguito ad un’alluvione avvenuta nel VII secolo, il limite della foresta si alzò e la vegetazione lacustre cominciò a caratterizzarsi in modo diverso: aumentarono le specie coltivate, tipiche ancora oggi del lago di Garda (in particolare il castagno, il noce, l’olivo, la vite ed i cereali), ma aumentò anche la varietà delle specie selvatiche, rendendo dal punto di vista dei botanici il lago eccezionale, grazie al clima che va da sub-mediterraneo sulla costa, ad alpino nei monti che lo circondano.[49]
Il monte Baldo visto dalle sponde
del lago:è visibile il succedersi di
diversitipi di vegetazione.
Risalendo il monte Baldo, celebrato fin dall’antichità e noto come hortus Europae,[50] ovvero “giardino d’Europa”, a causa del vasto patrimonio floristico e degli endemismi,[51] si affronta un avvicendamento di fasce vegetali:[52] alle altitudini inferiori si trovano una grande quantità di specie termofile tipiche dei climi steppici e caldo umidi, come artemisie, astragali, lauri, lecci, tassi e terebinti; risalendo il versante, tra i 400 e gli 800 metri, si trova il tipico bosco di fascia media, composto da carpini neri, frassini ornielli, roverelle, e in misura minore bagolari, noccioli e peri; segue una fascia di latifoglie composta da aceri, carpini, frassini, noccioli e sorbi; tra i 1000 e i 1200 metri la vegetazione è composta principalmente da faggi, e ad altezze poco superiori si trovano gli abeti rossi e, più rari, gli abeti bianchi; a partire dai 1700 metri inizia il clima alpino, con mughi, basse aghifoglie, rododendri e fiori di montagna. Anche da parte bresciana vi è una simile successione di vegetazione, anche se condizionata dalla significativa presenza di scogliere e dalla minore altezza, che vede il suo punto massimo nei 1975 metri del monte Tremalzo,[52] contro i 2218 metri della cima Valdritta della catena del Baldo.[53]
La riva veronese del Garda, sostenuta da un clima favorevole con escursioni termiche modeste, viene chiamata anche Riviera degli Olivi, qui presenti in misura rilevante, parimenti, la sponda bresciana è altresì nota anche come Riviera dei Limoni, qui coltivati in caratteristici giardini a pilastri e muri di ciottoli, distribuiti a gradinate.[49]
Le specie ittiche presenti nel lago sono oltre venticinque. Specie endemica del Garda è il carpione, un salmonide che predilige l’alto Garda e si ciba di plancton. Le sue carni sono apprezzate fin dall’antichità, ma questo ha causato una sovrapesca che ha portato la specie a rischio di estinzione.[54] Tra le altre cause che hanno portato la specie ad essere in pericolo vi sono il peggioramento della qualità dell’acqua e la concorrenza di altre specie di pesci.[55]Altre specie importanti sono: l’alborella, l’alosa, l’anguilla, il barbo, il cavedano, il luccio, il persico reale, lo spinarello, la tinca e la trota, che raggiunge anche dimensioni notevoli (sono stati pescati esemplari di 15 kg).[22]
Gli uccelli acquatici sono piuttosto numerosi, anche se alcune specie che in passato sostavano lungo le rive oggi non compaiono più, come fenicotteri epellicani. Le specie più comuni sono le anatre (come germani reali, canapiglie, alzavole e le marzaiole), gli smerghi, gli aironi, le folaghe e i cigni. Il palmipede più diffuso è però il gabbiano, grazie alla varietà della sua alimentazione.